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60 anni fa si concludeva la storia della Borgward

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Prodotta nel 1963 l’ultima vettura della Casa di Brema.

Si è conclusa esattamente 60 anni fa, nel 1963, la vicenda della Borgward, la Casa automobilistica tedesca, fondata nel 1929 a Brema da Carl Friedrich Wilhelm Borgward (1890-1963) ed importata per un breve periodo anche in Italia

Ernesto Berti, padre di Marco Berti, attuale amministratore delegato di Edilfar Rent (noleggio auto elettriche),

Dopo aver progettato il Blitzkarren (in tedesco, “Carro-lampo”) – un veicolo a tre ruote azionato da un motore di appena 2,2 CV che riscosse però un grande successo negli Anni Venti nel periodo di iperinflazione del Marco tedesco, specialmente tra i commercianti dotati di scarse risorse finanziarie – nel 1929 Wilhelm Borgward assunse la direzione della Hansa-Lloyd, Casa automobilistica di Brema, della quale poco dopo acquisì il completo controllo.

Del 1931 è la piccola vetturetta a tre ruote Goliath Pionier, mentre tra le Hansa degli Anni Trenta sono da ricordare la 1700 e la 2300 con motori a 6 cilindri. Nel 1937 fu presentata la prima auto con marchio Borgward: la Hansa Borgward 2000 che nel 1939 divenne più semplicemente Borgward 2000 e fu affiancata dalla 2300, in produzione fino al 1942.

Dopo aver prodotto, durante la Seconda Guerra Mondiale, veicoli pesanti per la Wehrmacht e motrici ferroviarie, la produzione riprese nel 1948 con la produzione della Hansa 1500 – una delle prime auto tedesche del Dopoguerra e tra le prime con i parafanghi integrati nella carrozzeria – cui seguirono una versione di 1,8 litri sia a benzina che Diesel.

Il 1949 fu l’anno della costituzione del gruppo Borgward che comprendeva i marchi Borgward, Goliath (veicoli commerciali leggeri), Lloyd (utilitarie). Per contrastare le ammiraglie di Mercedes e di Opel, nel 1962 la Borgward presentò la Hansa 2400 che ebbe però scarso successo (appena 1.032 esemplari)

Del 1954 è invece la presentazione della Borgward più famosa, la Isabella, con motore 1,5 litri (da 60 CV e da 75 CV, nonchè da 82 CV sugli ultimi esemplari della versione TS) disponibile con carrozzeria berlina, familiare, coupé e cabriolet. Particolarmente elegante la versione coupé, presentata nel 1957. La Isabella (prodotta in oltre 200.000 esemplari fino al 1963) ebbe successo sia in Germania che all’estero, specialmente negli USA. Nel 1959 fu la volta della P100, erede della Hansa 2400 con motore6 cilindri di 2,3 litri e 100 CV (da cui il nome), prima auto tedesca dotata di sospensioni pneumatiche.

Nondimeno, nel 1961, la Borgward finì in bancarotta. La produzione della Isabella proseguì fino al 1963 quando le linee di montaggio della Isabella e della P100 furono vendute in Messico, dove la produzione continuò sino al 1970. Lo stabilimento fu invece ceduto alla Hanomag ed oggi vi sono costruite delle Mercedes.

In questa storia si inserisce la storia di Ernesto Berti che negli Anni ‘50 opera nel commercio degli autoveicoli e che, nel 1957, inizia ad importare in Italia le Borgward. L’attività inizia nella sede di via Piemonte, ma di lì a breve viene trasferita in via Parigi, a Roma, dove negli anni seguenti si svilupperà il lavoro della famiglia Berti. Le Borgward riscuotono un buon successo di pubblico. Berti crea così una piccola rete di concessionari che arriva a vendere qualche centinaio di vetture all’anno in giro per l’Italia.

Una quarantina di anni dopo, nel 2008, a Lucerna, in Svizzera), dopo aver fondato l’altra azienda Borgward Group AG, Christian Borgward, nipote di Carl Friedrich Wilhelm Borgward, annunciato i piani per una nuova vettura ed al Salone di Ginevra del 2015 presenta un SUV, denominato BX7, che però non ha seguito.

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